Marcello Strazzeri si è spento nella mattinata del 23 dicembre, all’età di 77 anni. È stato un sociologo profondamente coinvolto nelle istituzioni, da quelle accademiche a quelle politiche e culturali, del Salento e del Sud Italia, riuscendo a combinare la passione per la politica, così tipica del “secolo breve”, con una profonda conoscenza della teoria sociale.
A lui si deve l’istituzione a Lecce del Corso di laurea in Sociologia, che si aggiunse a quello di Servizio Sociale come luogo di crescita per la sociologia accademica salentina.
Attraverso il suo lavoro paziente di progettazione e di mediazione, Marcello Strazzeri ha fatto crescere un’area, un tempo marginale all’interno dell’Università degli Studi di Lecce (ora Università del Salento), costruendo un polo di riferimento meridionale della e per la Sociologia, che ha assunto un ruolo ben definito, ormai consolidatosi negli anni.
L’impegno istituzionale di Marcello Strazzeri non si è, però, limitato al solo mondo accademico. Marcello ha, infatti, anche partecipato attivamente alla vita politica del suo territorio, prima nelle fila del Partito Comunista Italiano, in seguito in quelle dei Democratici di Sinistra e, in ultimo, del Partito Democratico. È stato per tre legislature, dal 1985 al 2000, consigliere regionale in Puglia e, nell’ultima consiliatura, Vice Presidente del Consiglio Regionale.
Marcello sapeva armonizzare queste esperienze, così diverse nell’apparenza. L’impegno politico dava sostanza alla sua riflessione teorica: teoria e politica, accademia e ruolo pubblico si intrecciavano nella sua biografia e nella sua produzione.
Per chi di noi ha avuto la fortuna di vederlo all’opera in ambito politico, era immediatamente chiaro come i suoi discorsi attingessero a una profonda cultura sociologica, nonché giuridica e letteraria. Eppure, con la capacità che è propria solo di chi ha assimilato il sapere e lo ha fatto proprio, il suo discorso pubblico non si mostrava mai saccente ma sempre appassionato, spesso partendo da grandi sistemi concettuali per addivenire al nocciolo concreto e pratico delle questioni.
D’altro canto, chi ha letto i suoi libri, spesso non immeditati e concettualmente articolati, si è accorto di come la teoria venisse sorretta dall’esperienza, da una conoscenza diretta, articolata, profonda, della vita e del mondo sociale.
Studioso di Jürgen Habermas, di cui era profondo conoscitore, ha negli ultimi anni prodotto lavori originali, capaci di combinare analisi sociologica del diritto, letteratura e teoria sociale, contribuendo allo sviluppo, anche in Italia, del filone di studi sul rapporto tra diritto e letteratura (law and literature).
Inguaribile teorico, uomo delle istituzioni, maestro, pedagogo attento e capace di spiegare, senza banalizzarli, concetti complessi, Marcello Strazzeri è stato uomo del passato, radicato alla cultura politica e sociologica del Novecento, ma con lo sguardo sempre teso a immaginare e costruire futuri. Ha ascoltato i colleghi più giovani, dando loro molto credito e lasciandosi provocare della loro capacità di leggere il mondo da prospettive per lui inusuali.
Insieme a loro, ha dato spazio alla sociologia, come scienza e come disciplina accademica.
Di uomini come lui c’è ancora bisogno. Ed è per questo che la sociologia leccese, in questi giorni, lo piange, custodendone viva la memoria.
Mariano Longo