AIS è in lutto per la scomparsa di Simona Andrini, Prof.ssa in Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma Tre.
Tutta la comunità sociologica è vicina al Prof. Andrea Bixio.
Conoscevo Simona Andrini da moltissimi anni fin da un primo incontro a Campobasso, ancora negli anni ’80, in una giornata fredda e piena di neve. Fu subito stima ed amicizia. Poi, tanto con lei quanto con suo marito Andrea Bixio, ci sono stati infiniti incontri accademici, concorsuali, di comuni appartenenze intellettuali, di pubblicazioni scritte a più mani in cui quelle di Simona erano sempre le mani alle quali guardare, perché capaci di dare ritmo e senso armonico al lavoro comune.
Simona Andrini è stata una raffinata indagatrice del fenomeno giuridico dentro la società e dentro la cultura, vorrei dire dentro la società come cultura, perché certamente quest’ultima nel suo significato più largo ed autentico, risonante di echi storici, era il suo luogo più autentico. Quello in cui esprimeva la sua singolare cifra intellettuale, qualche volta coraggiosamente caustica verso le mode correnti, da quelle di genere, al cosiddetto politically correct.
È stata una ricercatrice di profondissima sensibilità e di altissimo valore: legata alla cultura francese per le sue frequentazioni di Maestri come André-Jean Arnaud, Jean Carbonnier e il più giovane François Ost, era anche una profonda conoscitrice della cultura tedesca soprattutto per gli studi fondamentali dedicati al pensiero sociologico-giuridico di Max Weber.
Lettrice dei classici ed elegante nella sua raffinata scrittura, come nel tratto umano che la contraddistingueva, Simona ha rappresentato anche una figura di prestigio e di cultura altissimi nella comunità italiana e internazionale della sociologia del diritto.
Il suo contributo scientifico e il suo insegnamento, come la sua partecipazione alle attività di Sociologia per la Persona e dell’Associazione Italiana di Sociologia, nella quale fu membro del Consiglio scientifico della Sezione di Sociologia del Diritto, hanno segnato la vita della comunità degli studiosi che ambiscono a definirsi sociologi e che molto hanno appreso dalla sua cultura e dalla sua intelligenza critica, vivace quanto affilata, che sapeva guardare oltre la contingenza del momento presente.
Mi piace anche ricordare che la prof.ssa Andrini Bixio è stata una straordinaria, esigente, affettuosa ed estremamente calorosa Maestra per i suoi allievi, nelle cui capacità credeva, una volta prescelti, con incrollabile fiducia ed esclusivo affetto.
Per chi l’ha frequentata, starle vicino significava soprattutto porsi all’ascolto di un instancabile e coraggioso esercizio di spirito critico che le faceva cercare, nella sua vastissima cultura, infiniti rimandi, spesso storici, alle contingenze piccole e grandi dell’oggi. Accadeva così che qualche volta, magari nel bel mezzo di un sussiegoso congresso, metteva mano alla penna per qualche caustico, divertente, intelligente verso d’occasione, capace di rivelare la diagonale sempre alta e diversa, spesso sorridente, da cui sapeva guardare il mondo.
Se n’è andata dopo una lunga e fiera battaglia contro la malattia. Ho il dolore, al quale non sarà facile rassegnarmi, di non aver potuto sentirla negli ultimi mesi. Ho sentito invece Andrea, che abbraccio con grande affetto così come faccio con la figlia Maria Letizia e con le persone che hanno davvero appreso il suo messaggio di Maestra.
L’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, di cui ho l’onore di avere la responsabilità, luogo di donne sapienti e coraggiose, tiene oggi idealmente a mezz’asta la sua bandiera per la scomparsa, appunto, di una donna sapiente e coraggiosa.
Non mancheranno iniziative di studio e di ricordo, adesso è il momento del rimpianto.
Lucio d’Alessandro