Organizzazione di organizzazioni esterne
Redattori ospiti:
Barbara Czarniawska – Università di Göteborg
Gianluca Miscione – University College Dublin
Elena Raviola – Università di Gothenburg
Rafael Alcadipani da Silveira – EASP-FGV
Emre Tarim – Università di Lancaster
Studiamo organizzazioni formali da almeno un secolo, se non di più, e non c’è molto che non sappiamo su di loro. Anche un fenomeno recente – la trasformazione digitale delle organizzazioni contemporanee – ha attirato molta attenzione e sono stati fatti moltissimi studi, con risultati interessanti. Ma la digitalizzazione ha aperto anche ampie porte all’organizzazione al di fuori, spesso nonostante e contro le organizzazioni formali. Come fanno le persone a organizzare manifestazioni in Bielorussia, in Polonia o, se è per questo, come fanno i Proud Boys negli Stati Uniti? Non c’è infatti bisogno di una valutazione morale a priori , anche se a posterioriuno è sempre il benvenuto. Abbiamo semplicemente bisogno di saperne di più su questa organizzazione informale, che è sempre stata presente, ma ora si è diffusa grazie alla globalizzazione e alla digitalizzazione. Dopotutto, è collegare tra loro azioni collettive, o “azioni”, che è la caratteristica principale dell’organizzazione. Le organizzazioni sono unità legali; una “rete” può esistere, ma non fare nulla; per compiere qualsiasi cosa, buona o cattiva, le “azioni” sono necessarie e devono essere coordinate, collegate e stabilizzate – temporaneamente o per sempre. Quindi, per usare il vocabolario di Bruno Latour (2013), come vengono scritti i copioni e vengono eseguiti i dispacciamenti, o in quello di Annemarie Mol (2010), come vengono ordinati (allineati) e coordinati, nell’organizzazione informale?
In questo numero speciale invitiamo tutti i testi basati su studi che possono gettare un po ‘di luce sul fenomeno dell’organizzazione di organizzazioni esterne – sia il lavoro sul campo che gli studi sulla cultura sono i benvenuti.
Riferimenti
Czarniawska, Barbara (2013) Le organizzazioni come ostacoli all’organizzazione. In: Daniel Robichaud e François Cooren (a cura di) Organizzazioni e organizzazione: Materialità, agenzia e discorso. New York: Routledge, 3-22.
Czarniawska, Barbara (2018) Sulle maglie e altre complicazioni della rappresentazione dell’organizzazione contemporanea. In: Levi Gårseth-Nesbakk e Frode Mellemvik (a cura di), Trattare con aspettative e tradizioni nella ricerca . Oslo: Cappelen Damm Akademisk, 109–127.
Dibbel, Julian (2012) I combattenti per la libertà di Internet costruiscono una rete ombra. Scientific American , 16 febbraio.
Harré, Rom e Secord, Paul F. (1972) La spiegazione del comportamento sociale. Oxford: Blackwell.
Jemielniak, Dariusz (2014) Conoscenza comune? Un’etnografia di Wikipedia. Stanford: Stanford University Press.
Latour, Bruno (2013) Un’indagine sui modi di esistenza. Cambridge, MA: Harvard University Press.
Mol, Annemarie (2010) Teoria della rete dell’attore: termini sensibili e tensioni durature. Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozia lpsychologie, 50 (1): 253–269.
Scott, James C. (2012) Due applausi per l’anarchismo. Princeton, NJ: Princeton University Press.
Shirky, Clay (2008) Arrivano tutti: il potere di organizzare senza organizzazioni. Londra: Allen Lane.
Taylor, James R. e Van Every, Elizabeth J. (2000) The emergent organization. La comunicazione come luogo e superficie . Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum Associates.
Weick, Karl E. (1979) La psicologia sociale dell’organizzazione. New York: Addison-Wesley.
Wiener, Norbert (1948) Cybernetics: or the control and communication in the animal and the machine. Cambridge, MA: MIT Press.
Scadenza per la presentazione dell’intero articolo: 30 settembre 2021
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