Resilienza: dilemmi e controversie attorno a un concetto socio-ecologico

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Resilienza: dilemmi e controversie attorno a un concetto socio-ecologico

Resilienza: dilemmi e controversie attorno a un concetto socio-ecologico

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Call per numero monografico di Studi di Sociologia
(a cura di Alfredo Alietti e Dario Padovan)

Nell’ultimo periodo gravato dalla pandemia e dalla crisi ecologica, il termine resilienza riecheggia con una certa assiduità nel dibattito politico e nei mass media. Anche la diffusione del termine e il suo successo nel dibattito accademico è stato ampio e ha visto la nascita di alcune importanti riviste internazionali, come “Resilience. International Policies, Practices and Discourses”, “Resilience: A Journal of the Environmental Humanities”, “Resilience: Interdisciplinary Perspectives on Science and Humanitarianism”.

All’interno di tale riflessione, la resilienza costituisce un dispositivo concettuale volto a indagare le capacità di un determinato sistema locale costituito da differenti gruppi e/o comunità di reagire, apprendere e adattarsi alle nuove condizioni socio-ambientali causate da eventi catastrofici come terremoti, alluvioni, siccità e, più in generale, dal cambiamento climatico. La questione fondamentale, sulla quale si concentra questa call, riguarda la traduzione teorica ed empirica del concetto nell’ambito delle teorie sociologiche. Se si approfondiscono le basi concettuali della nozione di resilienza, emergono alcune difficoltà di natura sia ontologica sia applicativa/operativa. Nella definizione di un attore o agente resiliente è coinvolta una molteplicità di variabili sociali, culturali, politiche ed economiche, che ne complicano e differenziano la manifestazione empirica. Esiste, a nostro avviso, un difficile rapporto tra approccio teorico e realtà empirica che deve essere reso manifesto per non incorrere né in una prospettiva tautologica (“la capacità di un soggetto resiliente sta nella resilienza”) né in una retorica neo-liberale della capacità auto-organizzativa della società che nasconde il fallimento del mercato come unico regolatore delle relazioni e istituzioni sociali nel fornire politiche per contrastare gli esiti negativi delle situazioni critiche.

La call intende promuovere una riflessione sul tema della resilienza mediante l’invito a proporre saggi che si muovano entro i seguenti principali aspetti:

  1.  la dimensione e pertinenza teorica all’interno del campo sociologico che metta al centro dell’analisi i possibili diversi approcci teorici e la sua centralità quale concetto euristico nella comprensione della società e delle sue trasformazioni;
  2. le manifestazioni empiriche all’interno dei diversi temi di ricerca sociologica, focalizzandosi sulla definizione operativa in grado di identificare i caratteri preminenti per comprenderne la sua realtà empirica e il suo effettivo impatto all’interno delle realtà e/o ambiti sociali analizzati.
  3. La traduzione di un concetto tipico delle scienze STEM – ecologia, ingegneria, fisica – in uno schema interpretativo per le scienze sociali;
  4. l’uso del concetto di resilienza come attribuzione di responsabilità alle capacità adattive dei sistemi sociali complessi;
  5. L’uso del concetto per riclassificare le comunità, depoliticizzare i conflitti e il funzionamento delle strutture socio-materiali, riproponendo un determinismo culturalista e sociale.

Le proposte degli abstract in italiano e in inglese dovranno essere inviate in formato word alla redazione entro il 15 di marzo al seguente indirizzo email: rivista.studisociologia@unicatt.it

La lunghezza dell’abstract dovrà essere di 5000 caratteri (spazi inclusi) e dovrà essere completato dall’affiliazione dell’autore/autrice e dall’indirizzo email.

Seguirà la selezione degli abstract da parte dei curatori e la successiva comunicazione agli autori/alle autrici il 30 di marzo.

L’invio del saggio completo è previsto per il 20 di agosto. I saggi saranno sottoposti a un double blind review process, i cui esiti saranno comunicati entro il 15 di ottobre. Saranno pubblicato solo i contributi che avranno ottenuto una valutazione positiva dai referee.

La consegna dei saggi definitivi per la pubblicazione è prevista per il 15 di novembre.

I testi dovranno essere contenuti tra i 30.000 e i 35.000 caratteri (spazi e bibliografia inclusi) ed essere redatti secondo le norme per gli autori reperibili sul sito della rivista
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In the last period burdened by the pandemic and ecological crisis, the term resilience echoes with a certain assiduity in the political debate and in the mass media. Also the dissemination of the term and its success in the academic debate has been so widespread that we have witnessed the birth of some international journals, such as “Resilience. International Policies, Practices and Discourses”, “Resilience: A Journal of the Environmental Humanities”, “Resilience: Interdisciplinary Perspectives on Science and Humanitarianism”. Within this significant reflection, resilience takes on a clear and precise sociological meaning, namely, the reaction of certain groups and/or communities affected by catastrophic events, e.g. earthquakes, floods, and more generally by climate change. In this regard, it is necessary to emphasise the self-organising element of a given local system and its ability to learn and adapt to the new socio-environmental conditions. The fundamental issue, on which it is appropriate to dwell and on which the discussion develops, concerns the obvious theoretical and empirical translation of the concept within the sphere of the social and sociological paradigm. In fact, if we delve into the social references with which to conjugate resilience, a number of difficulties emerge, especially in its ontological dimension and its operational applicability. In the determination of the resilient prerogative, a multiplicity of social, cultural, political and economic variables is involved, which both facilitate and differentiate its empirical manifestation. In its essence, there is a difficult relationship between theoretical approach and empirical reality that needs to be addressed in order not to run the risk of tautological thinking (“the capacity of a resilient subject lies in resilience”) or consensual rhetoric that conceals the failure of the market as the sole regulator of social relations and local and/or trans-local institutions to provide policies in order to contrast the negative outcomes of critical situations.

The call aims to promote a reflection on the resilience through the invitation to propose essays that move within the following main aspects:

  1. its theoretical dimension and relevance within the sociological field that puts at the center of the analysis the possible different approaches to resilience and its centrality as a heuristic concept in the understanding of society and its transformations;
  2. its empirical manifestations within the possible and different themes of sociological research, focusing on the operational definition capable of identifying the preeminent characters necessary to understand its empirical reality and its real impact;
  3. the translation of a concept typical of STEM sciences – ecology, engineering, physics – into an interpretative scheme for the social sciences;
  4. the use of the concept of resilience as the attribution of responsibility to the adaptive capacities of complex social systems;
  5. The use of the concept to reclassify communities, depoliticize conflicts and the functioning of socio-material structures, proposing a cultural and social determinism.

Submissions of the abstracts, in Italian and in English, must be sent in Word format to the editors by March 15 to the following email address: rivista.studisociologia@unicatt.it

The length of the abstract should be 5000 characters (including spaces) must be completed with the author’s affiliation and email address.

Acceptance of the abstracts by the editors and subsequent communication to the authors will follow on 30 March.

The submission of the complete essay is scheduled for 20 August. The essays will be submitted for double blind review process, the results of which will be announced by 15 October.

Final essays for publication are due by 15 November. Only contributions that have obtained a positive evaluation from the referees will be published Texts should be between 30,000/35,000 characters (including spaces and bibliography), and be written according to editorial standards for authors available on the journal’s website

 

Data e ora

15-03-2023 to
15-03-2023
 

Location

 

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