Il contributo si avvale dei dati resi disponibili dal Ministero dell’Università e delle Ricerca. La maggioranza di essi proviene dal database Cerca Università, nelle sezioni Docenti e Assegnisti di ricerca, e dal sito Mur-ASN. I dati sugli iscritti dati sono stati ricavati dal Portale dei dati dell’Istruzione Superiore. I dati sono stati organizzati e resi disponibili nel sito UnRest-Net in tabelle pivot interrogabili incrociando le variabili del genere, della fascia di docenza, dell’area CUN di afferenza, dell’area geografica, della regione dove le università sono ubicate e della tipologia degli atenei.
Il contributo, così come quello precedente (2008 – 2020. Rapporto sull’università italiana) è offerto in accesso aperto nel sito UnRest-Net. Le dinamiche della numerosità dei docenti/ricercatori e degli iscritti descritte nel contributo si articolano all’interno di fenomeni di:
– decrescita dell’università statale;
– crescita delle università non statali (in presenza e telematiche);
– spostamento della distribuzione di docenti/ricercatori, iscritti e dottorandi fra le aree del Paese, fra i sistemi regionali e fra le Sedi;
– spostamento del filtro di genere ai primi stadi del percorso accademico (dottorati e assegni di ricerca).
Le dinamiche della numerosità dei docenti/ricercatori risultano derivanti in parte da interventi normativi – come la “messa in esaurimento” di alcune figure e la creazione di altre – in parte dal combinato disposto di interventi normativi e fattori di tipo strutturale innestati in divari storici del nostro Paese. Le crescite e le decrescite sono dunque differenziate per:
– Genere;
– Area geografica;
– Area CUN e SSD;
– Fasce e tipologie contrattuali.
Ciò che appare dai dati può in larga parte essere ricollegato a scelte politiche e normative che mettono in gioco le (e giocano su) differenti quantità e qualità dello scambio di risorse di diversa natura fra università e territori e scelte delle famiglie e di iscrizione (o non iscrizione) dei giovani. Scambi e scelte che a loro volta si intersecano alle diversità socioeconomiche e culturali dei territori e sono radicate in squilibri consolidatisi nella storia, nell’economia e nella cultura del nostro Paese, influenzate anche da trasformazioni e scelte internazionali di politica economica.
Le elaborazioni presentate nel contributo – nella loro limitatezza strettamente quantitativa e tutta interna al sistema universitario – possono solo alludere a questi scambi e a questi divari. Possono tuttavia indicare allo studioso aree e temi sui quali progettare e attuare indagini con altri strumenti e metodi di ricerca.