Ripensare la società nelle emergenze e nelle trasformazioni globali Con Max Weber, 100 anni dopo (1920-2020)

Call for Papers
Convegno

Appuntamenti sul web dal 14 al 18 dicembre 2020

Un’iniziativa congiunta del Direttivo e della Consulta della Ricerca: affrontare con Weber le sfide della contemporaneità
L’idea-guida dell’iniziativa congiunta di Direttivo e Consulta della ricerca AIS è di cogliere l’occasione del centenario dalla morte di Weber per mettere a confronto diverse categorie fondamentali della teoria weberiana con le emergenze e le sfide presenti nella società contemporanea – di natura politico-istituzionale, economica, tecnologica, etica, culturale, sanitaria, allo scopo di verificare l’utilità del lavoro di ricerca weberiano, i suoi limiti e, nel contempo, le prospettive e gli stimoli che tuttora fornisce all’indagine sul mutamento sociale, sulle sue tensioni e ambivalenze, presenti o latenti, sui caratteri dell’agire sociale e le forme della sua istituzionalizzazione, sui processi di costruzione e decostruzione sociale in atto.

Primo obiettivo del convegno, quindi, non è l’approfondimento del pensiero weberiano – riservato unicamente agli studiosi del sociologo tedesco ed agli specialisti di storia del pensiero sociologico, che ovviamente saranno parte importante dell’iniziativa – ma il coinvolgimento dell’intero corpo della sociologia italiana in uno sforzo di riutilizzazione dell’opera weberiana nel lavoro di ricerca sulle profonde e spesso traumatiche (vedasi Covid 19) trasformazioni sociali attuali che riguardano tutti gli ambiti delle relazioni sociali e, di conseguenza, i sociologi di tutte le discipline. In questa direzione, il Weber studioso del mutamento in chiave storico-comparata, che ne illustra le straordinarie potenzialità sul piano della comprensione delle strutture e delle culture e la fecondità euristica per la concettualizzazione idealtipica dei fenomeni sociali, ed il Weber studioso degli elementi di tragicità e ambiguità insiti nei processi di trasformazione, possono risultare entrambi più che mai attuali e preziosi.

Secondo obiettivo è quello di ripensare, con il contributo di Weber e nel vivo delle crisi in atto, cosa significa il collegamento fondamentale tra l’autonomia delle scienza sociologica e la sua radicale vocazione interdisciplinare, sia nell’impianto teorico che in quello metodologico. Se infatti è vero, come scriveva Braudel, che tutte le scienze sociali si nutrono di interdipendenze (e lo è ancora di più per la sociologia, continuamente in dialogo con la storia, l’economia, la statistica, la psicologia, l’antropologia, la politologia, gli studi filosofici, culturali, religiosi, informatici – senza dimenticare che la sociologia è assai differenziata pure al suo interno), è altrettanto vero che l’interdisciplinarietà è infruttuosa se non poggia sull’autonoma configurazione delle singole scienze, continuamente chiamate a separare, a distinguere oggetti e metodi di studio, cioè a specializzarsi, e a fare tutto ciò in un altrettanto continuo dialogo con le altre scienze sociali, per l’avanzamento della conoscenza sui fenomeni analizzati.

Terzo obiettivo, di conseguenza, è quello di favorire la trasversalità dello studio, della ricerca e del dialogo scientifico, in questo caso organizzando il convegno in modo da evitare l’abituale focalizzazione del confronto all’interno delle singole Sezioni, optando invece per momenti di discussione aperti, nei quali si realizzi, intorno alle categorie weberiane, il confronto e il dialogo tra i sociologi appartenenti alle varie discipline.

Weber 100 anni dopo: il contesto scientifico di riferimento
È a partire dagli anni Ottanta che «le speranze di poter comprendere l’opera di Weber sulla base della Wissenschaftslehre e dei concetti fondamentali [esposti in Economia e società], forse anche con un inchino davanti all’Etica protestante, sono ormai tramontate» (Tenbruck, 1980). Spostando da quegli scritti il baricentro su cui si imperniava fino ad allora il lavoro degli interpreti del pensiero weberiano e rivalutando il Weber più maturo, grazie fra l’altro anche al lavoro pionieristico di Bendix (1960), è emerso, nell’interpretazione dell’opera weberiana, un nuovo nucleo tematico centrale: il processo di razionalizzazione all’interno del quale ha avuto origine il mondo occidentale moderno. Questa nuova interpretazione si lega in diversa misura ai nomi di Tenbruck, Schluchter e Habermas e alla nuova edizione dell’opera omnia.
L’oggetto dell’interesse del Weber maturo è, in base a questa ricostruzione che si riverbera poi sulla lettura dell’intero suo percorso intellettuale, il significato sociologico della modernizzazione (occidentale) nel contesto della storia dell’umanità. Due sono i temi attraverso cui questo interesse indirizza la ricerca weberiana:

a. la ricostruzione del processo di razionalizzazione (di cui il disincantamento del mondo è un momento) e la sua universalità, sebbene declinata in maniera differente nelle diverse culture e società (Eisenstadt, 2002);
b. l’individuazione delle tensioni che attraversano la modernità occidentale e che sono sottese al processo di razionalizzazione (tensioni che riguardano il livello economico-produttivo, quello sociale-relazionale e quello etico-politico dei sistemi sociali), la cui vera cifra è il ritorno al politeismo e lo spazio per un nuovo reincantamento.

Dal punto di vista del suo significato culturale universale, il processo di razionalizzazione può essere rappresentato come la risposta umana – culturalmente diversificata, nelle diverse religioni innanzitutto – al bisogno di venire a patti con la propria finitezza e con la irriducibile contingenza degli effetti del proprio agire nel mondo (la morte, la sofferenza e la discrasia tra merito morale e fortune mondane).

Nella sua concretezza storica, “il processo di razionalizzazione può essere rappresentato come una catena di conseguenze legate a certe opzioni culturali” (Ferrara, 2006) . Tra tali opzioni, quella tra dominio o fuga dal mondo – con le conseguenze della scelta incorporata nell’ascetismo intramondano protestante, in alternativa alla fratellanza recepita come fondamento nella regola francescana, è solo la più nota e studiata. “Alcune opzioni pregiudicano determinati sviluppi, altre aprono una pluralità di sviluppi alternativi su cui le configurazioni di interessi contingentemente dominanti possono esercitare una funzione selettiva” (ibidem). “Mai come oggi” è stato osservato “un oggetto come una mascherina chirurgica o un ventilatore polmonare rivelano tutto il rimosso tanato-politico del modello occidentale: la morte è una scelta calcolabile prima ancora di essere la condizione di finitezza dell’uomo. Nella cultura dell’occidente neoliberale questa si comprende a partire da quella, e non viceversa.” (Raoul Kirchmayer, Antinomie,30/4/2020).

Weber ha visto molte delle tensioni irrisolte che riconosciamo nella nostra epoca. Altre sono state individuate lavorando sulle sue spalle da gigante (Eisenstadt, 1998). Si pensi tra queste, solo come esempio, alla tesi sull’autonomizzazione dell’immaginario – e sulla sua canalizzazione nel consumismo – come esito dell’incorporazione dell’etica romantica nel sistema capitalistico (Campbell, 1987/2018). Come ha scritto Sciortino sul Sole24ore del 14 giugno scorso, Weber “ci libera dall’oppressione di pensare che tutto ciò che viviamo sia nuovo e inedito”. Il paradosso che ci lascia in eredità deriva dalla consapevolezza che l’esito del processo di razionalizzazione nella modernità compiuta non è più quello del predominio della razionalità formale e disincantata dell’economia su tutto l’agire umano, ma la coesistenza di una molteplicità di princìpi, ciascuno incorporato in una sfera di valore autonoma e dotata di una dinamica propria e ciascuna irriducibile a ogni altra: una “gabbia di gabbie”, in cui l’individuo è consegnato a un nuovo politeismo nel quale potere (Macht) e interessi sfuggono a una politica categorizzata e legittimata rispetto a forme di stratificazione e aggregazione sociale (classi, ceti, partiti) dissolte dall’economia globalizzata e dalle forme della sua comunicazione. Anche il ruolo culturale dell’Occidente cambia in una globalizzazione senza più centro (Campbell, 2007; Comaroff & Comaroff, 2012; de Sousa Santos, 2014).

È proprio l’ambivalenza degli effetti, che l’evento inaudito e inatteso della pandemia può portare con sé, suggerisce Cavalli (https://www.festivalsociologia.it/…/la-seduzione-del-pres…/…), “a farci capire anche che il futuro non è deterministicamente scontato”. Quale futuro si realizzerà dipende dai nuovi processi di istituzionalizzazione che si riusciranno a innescare e ad all’interno dei quali diventerà nuovamente possibile imputare significato all’agire sociale.

Nel porre al centro della sua ricerca il processo di razionalizzazione come scenario su cui ricostruire il significato dell’esperienza occidentale per la storia dell’umanità, Weber è riuscito a non rimanere prigioniero delle coordinate entro cui quel processo e quell’esperienza hanno avuto luogo (comprese quelle delle discipline che le codificavano e orientavano: diritto ed economia, innanzitutto, ma pure quelle che contrapponevano le c.d. scienze dello spirito alle c.d. scienze della natura). Anche per tale motivo, molte domande da cui origina la sua ricerca possono essere anche le nostre domande e il senso di apertura che comunque pervade le sue risposte– anche quando in esse la dimensione tragica prevale – può ispirare ancora oggi la nostra ricerca (Müller, 2020).

Le categorie weberiane alla prova 100 anni dopo: il nucleo tematico del convegno
La proposta che avanziamo, come base per l’articolazione del Convegno, è dunque quella di formulare le domande su cui le nostre ricerche indagano – quelle sulla diagnosi del presente e sui dilemmi rivolti al futuro, ma anche quelle cruciali della disciplina, sulla comprensione sociologica generale dell’azione sociale e dei processi della sua strutturazione e istituzionalizzazione – provando a lavorare sulla portata euristica di alcune costellazioni di categorie weberiane. L’intenzione è quella di scomporre e ricomporre le relazioni tra tali categorie, anche secondo geometrie variabili, tenendo presente la sfida di ridefinire l’autonomia teorico-metodologica della conoscenza sociologica rispetto alle altre scienze sociali con le quali siamo chiamati a dialogare in prospettiva interdisciplinare: storia, economia, diritto, politologia, filosofia, antropologia, psicologia, statistica e data analysis. Il contributo sociologico sarà tanto più riconoscibile e fruttuoso quanto più chiara sarà quell’autonomia concettuale e metodologica.

Proponiamo (senza nessuna pretesa di esaustività) sei di tali costellazioni o cluster di categorie, chiedendo, nell’inviare il proprio contributo al Convegno, di esplicitare il proprio interesse per una o più di esse, lavorando anche su connessioni trasversali ai sei cluster, che aiutino a rendere problematica, come Weber insegna, la identificazione di una subdisciplina (es. Sociologia politica, Sociologia della religione, Sociologia del diritto, Sociologia economica) con un oggetto/dominio fenomenico di studio (es. rispettivamente la politica, la religione, il diritto, l’economia), pensandola piuttosto come una prospettiva analitica che, su fenomeni e processi potenzialmente eterogenei, mostri la propria capacità di costruire conoscenza:

1. Razionalizzazione e modernizzazione occidentale
Conoscenza, calcolabilità, prevedibilità, controllo, padronanza del mondo
Disincantamento e reincantamento del mondo; secolarizzazione e desecolarizzazione

2. Autorità/Dominio; legittimità/legalità; leadership
Ordinamento e Stato/ amministrazione e burocrazia
Poteri economici, politici, religiosi-culturali: differenziazione e compenetrazione
Diritto e giuridificazione/giustizia e giurisdizione
Cittadinanza/ Nazionalismo e sovranismo

3. Etica della convinzione ed etica della responsabilità
Scienza e politica
La gabbia d’acciaio e le gabbie d’acciaio nella frammentazione dei valori
Professione (vocazione/specializzazione)
Vecchie e nuove elites

4. Cultura/mondo come infinità priva di senso
Scienze di leggi/scienze di realtà
Normazione e istituzionalizzazione sociale
Realtà/possibilità

5. Agire economico e capitalismi
Classi/ ceti/ partiti; emarginati/esclusi
La città weberiana e la città globale
Comunità/associazione

6. Tipo ideale
Possibilità oggettiva/connessione di senso
Spiegazione comprendente/connessione causale
Agire sociale/pratiche

Proposte di contributi
Gli abstract dei contributi (la cui lunghezza dovrà essere compresa tra le 3500 e le 5000 battute, spazi compresi) andranno inviati entro il 20 settembre 2020 ai Presidenti di AIS e della Consulta della Ricerca. Sarà poi cura della Consulta della ricerca, dopo una prima selezione a cura dei due Presidenti, definire le costellazioni effettive di categorie weberiane intorno alle quali si articolerà il Convegno. Ciascuna di tali sessioni sarà curata congiuntamente da due o più Sezioni AIS, che saranno anche responsabili della formula organizzativa prescelta e dell’eventuale invito di un keynote speaker italiano o straniero
Il programma definitivo del Convegno sarà reso pubblico entro la metà di Novembre.
La formula che verrà adottata per realizzarlo, sarà quella di una serie di appuntamenti via web, che avranno luogo dal 14 al 18 dicembre, coinvolgendo un pubblico di studiosi ma rivolgendosi anche a una platea più ampia, di studenti, intellettuali, cittadini interessati a comprendere la contemporaneità e le alternative che si aprono per il futuro del Paese e del mondo globalizzato del quale siamo parte. Saranno da privilegiare, nell’organizzazione degli appuntamenti, formule che si prestino alla comunicazione via web: dal webinar breve di un solo studioso seguito da interventi e domande del pubblico, alla formula del fish bowle, nella quale ad alcuni brevi interventi programmati se ne alternano altri, su prenotazione del pubblico, sino al video registrato del keynote speaker che fa da stimolo per il webinar vero e proprio, di discussione tra pari dei relatori previsti.

Gli indirizzi ai quali inviare gli abstract entro il 20 settembre sono:
presidente@ais-sociologia.it
antonio.costabile@unical.it

Riferimenti bibliografici
Bendix, R. (1960) Max Weber. An Intellectual Portait, Anchor (tr. it., 1984 a cura di P.P. Giglioli)
Campbell, C. (1987) The Romantic Ethic and the Spirit of Modern Consumerism, Basil Blackwell (new extended edition 2018)
Campbell, C. (2007) The Easternization of the West, Palgrave
Comaroff, J & Comaroff J. (2012) Theory from the South. Or, How Euro-America is Evolving Toward Africa, Routlegde
Eisenstadt, S. (1998) Die Antinomien Moderne, Suhrkamp
Eisenstadt, S. (2002) Multiple Modernities, Routledge
Ferrara, A, (2006) “Introduzione”, in Weber M.(2006), Considerazioni intermedie, Armando Editore, (edizione italiana a cura di A. Ferrara)
Kirchmayer, R. (2020), Antinomie, 30 aprile, https://antinomie.it/…/30/sulla-miseria-dellattuale-filoso…/
Müller, H. P. (2020) Max Weber, Suhrkamp
de Sousa Santos, B. (2014) Epistemologies of the South. Justice against Epistemicide, Paradigm Publishers
Tenbruck, G. (1980) “The problem of Thematic Unity in the Works of Max Weber”, British Journal of Sociology,31, pp.313-351
Sunh Ho Kim (2017) “Weber” in Stanford Encyclopedia of Philosophy https://plato.stanford.edu/entries/weber/#RatTheUni

La Presidente
Maria Carmela Agodi

Il Presidente della Consulta
Antonio Costabile

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