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Political Sociology

La storia della Sezione di Sociologia Politica e l’evoluzione della ricerca empirica e teorica
La Sezione “Sociologia Politica” si è costituita a metà degli anni Ottanta fra le prime Sezioni tematiche dell’Associazione Italiana di Sociologia, fin da subito scegliendo di non connotarsi come sociologia applicata o settoriale, ma riaffermando appieno la prospettiva che, fin dagli autori classici, ha considerato la necessità di tessere insieme l’analisi del mutamento sociale e del mutamento politico. Generazioni di studiosi hanno così trovato nella Sezione di Sociologia politica, fin dall’inizio, un luogo aperto e plurale di confronto, le cui attività sono state in una primissima fase coordinate da Gian Enrico Rusconi. I lavori della Sezione iniziarono ad assumere una continuità scientifica e organizzativa con l’elezione a Coordinatore di Luciano Cavalli, il quale fu promotore del primo convegno nazionale della Sezione di Sociologia politica, dal titolo “Leadership e democrazia”, che si svolse a San Miniato il 5-7 dicembre 1986. Si trattò di un’occasione di dialogo che assunse rilevante importanza nello studio della politica in Italia, anche per il confronto che si realizzò fra i maggiori sociologi e sociologi politici del tempo. Nel corso degli anni la Sezione, sotto l’impulso e la guida di studiosi come Carlo Marletti, Gianfranco Bettin Lattes, Pietro Fantozzi, Roberto Segatori, Arianna Montanari e Antonio Costabile, ha continuato ad essere un punto di riferimento costante per il dibattito sociologico anche in confronto con altre discipline. Al tempo stesso, la Sezione si è sempre impegnata a favore del dialogo a livello internazionale con le principali associazioni scientifiche della disciplina, così come ha sempre recepito l’importanza, per la sociologia politica, di un confronto costante con gli studiosi della politica operanti fuori dalla Sezione stessa, promuovendo occasioni di riflessione scientifica condivisa. Nel favorire la nascita di luoghi e collaborazioni di ricerca, una attenzione costante della Sezione è sempre stata rivolta a supportare la formazione delle nuove generazioni di sociologi politici, a partire dal rapporto stretto con i centri di ricerca ed i dottorati presenti sul territorio nazionale e internazionale. La Sezione ha perseguito, e continua a perseguire, la concezione di una sociologia politica plurale, attenta agli interrogativi di ricerca che provengono sia dal confronto ininterrotto con la teoria classica sia dalle nuove sfide collegate alle innovazioni teoriche e metodologiche. Questa visione del lavoro scientifico ha dato luogo a un continuo sforzo di “lettura” delle cause sociali e delle conseguenze della distribuzione del potere nella società, delle forme del conflitto sociale e politico, del rapporto fra strutture sociali, culture e istituzioni politiche. Nei seminari, nei convegni, nelle tavole rotonde, così come nelle pubblicazioni scientifiche che si sono seguite nel tempo nell’ambito dei lavori della Sezione, emerge difatti una continuità evidente, che sottolinea la centralità della sociologia politica nell’analisi delle interazioni fra politica e società, tra comunità e organizzazioni, tra istituzioni sociali e istituzioni politiche, tra comportamenti sociali e comportamenti politici, e tutto ciò deriva dalla consapevolezza della sociologia politica di essere scienza delle connessioni fra politica e società, con particolare attenzione alla dimensione del potere e del conflitto nei diversi contesti sociali e istituzionali.
Per quanto riguarda le aree di ricerca tradizionali che hanno contraddistinto i lavori della Sezione di Sociologia politica in Italia, a partire dai sociologi della “prima generazione” per arrivare alla generazione attuale, troviamo una prima fase di focalizzazione sul tema delle élite politiche, del potere, della leadership e dei partiti. Parte rilevante di questi primi studi è riconducibile all’interesse posto sulle basi sociali della democrazia e sulle determinanti socio-economiche dei comportamenti di voto. Tali ricerche sono state rivolte alle trasformazioni del ceto politico nazionale e locale, allo studio delle amministrazioni pubbliche, alla partecipazione politico-elettorale e alla crescente rilevanza assunta anche in Italia, e non solo in altri paesi dell’Occidente, dalla comunicazione nella sfera pubblica. Negli anni successivi, gli interessi scientifici della Sezione si sono confrontati con i processi sociali legati alla globalizzazione, alle trasformazioni del rapporto tra cittadino e istituzioni, alla crisi dei partiti, alla trasformazione della democrazia di massa a seguito della caduta del Muro di Berlino ed al crollo dei regimi socialisti dell’Europa Orientale. Infatti, a partire dagli anni Novanta, i lavori della Sezione includono aree tematiche in cui il rapporto tra società e politica assume progressivamente una connotazione che travalica la sola dimensione dello Stato-nazione, con lo svilupparsi di una sociologia politica globale e di una sociologia politica sovranazionale, connessa pure al processo di integrazione europea. Nuovi itinerari di ricerca che hanno visto crescere l’attenzione verso una serie di nuovi fenomeni sociali e politici e di nuove dinamiche istituzionali. Più in particolare, da una parte sono state esaminate le contraddizioni fra la struttura del potere politico-istituzionale e le trasformazioni della società civile, che hanno privilegiato le dimensioni economiche e di mercato producendo nuove disuguaglianze e nuovi conflitti; dall’altra parte, gli studi si sono concentrati sulle crisi e le trasformazioni delle democrazie, dal punto di vista della partecipazione, della rappresentanza, delle istituzioni elettive e amministrative. In ambito urbano, regionale e nazionale, si devono a studiosi di sociologia politica diverse analisi sul rapporto tra trasformazioni della società, delle organizzazioni e culture politiche e fenomeni di personalizzazione della politica, così come le ricerche sul clientelismo politico, specie in alcune aree del paese, e sulle sue implicazioni sociali ed economiche. Un tratto che caratterizza l’approccio della Sezione di Sociologia politica dal punto di vista metodologico continua a essere la comparazione, considerata una chiave di lettura ineludibile per comprendere i processi di modernizzazione e di democratizzazione nel loro molteplice, articolato e a volte contraddittorio sviluppo.
Se le tematiche originarie attorno alle quali si è costituita e sviluppata la Sezione appaiono ancora di pregnante attualità, tuttavia la naturale evoluzione degli studi della disciplina si è concentrata su alcune aree tematiche caratterizzanti, così come emergono dalle conferenze, dai seminari, dalle tavole rotonde e dalle pubblicazioni promosse dalla Sezione. In particolare, al fine di rendere partecipe la comunità scientifica nel suo complesso dei temi di ricerca su cui operano attivamente i soci della Sezione, si segnalano le attività che hanno come oggetto i seguenti temi:

  • La democrazia e le sue trasformazioni
  • Partiti, leadership e personalizzazione della politica
  • La partecipazione sociale, politica ed elettorale
  • Politica e differenze di genere
  • Movimenti sociali
  • Ceto politico ed élite
  • Amministrazione e istituzioni pubbliche
  • Governance e politiche pubbliche
  • Legalità e corruzione politico e amministrativa
  • Populismo
  • Centralismo e federalismo
  • Riflessione sui testi classici della disciplina in riferimento ai processi politici attuali.
  • Politica e comunicazione
  • Politica, globalizzazione e relazioni internazionali

Attività dell’attuale Direttivo
Programma di mandato
Il programma di mandato si propone di promuovere la sociologia politica come disciplina autonoma e integrata nel campo delle scienze umane e sociali, capace di confrontarsi in maniera originale con gli altri settori del sapere scientifico che studiano la politica, valorizzando e arricchendo la propria peculiare identità scientifica, che va dai testi classici fino alle ricerche contemporanee. Recuperando la lezione dei fondatori della Sezione di Sociologia politica dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS), si intende riaffermare che tutta la sociologia è politica, e la sociologia politica si contraddistingue proprio per l’interconnessione fra società e politica, perché i fenomeni politici hanno normalmente radice in più generali processi sociali e la loro rilevanza è commisurata agli effetti che producono sulla società. Inoltre, ieri come oggi, la sociologia politica ha una stretta relazione con la democrazia, a partire dalla postura critica dei suoi ricercatori nei confronti dei processi di manipolazione del potere, con una funzione che va oltre la dimensione accademica e si proietta nella sfera pubblica, senza perdere il proprio rigore scientifico.
Generazioni di sociologi hanno trovato fin dai primi anni Ottanta un luogo di confronto nella Sezione, in particolare grazie al lavoro svolto nel periodo determinante per il suo sviluppo da Luciano Cavalli. Una sezione che sotto l’impulso e la guida di studiosi come Gian Enrico Rusconi, Carlo Marletti, Gianfranco Bettin Lattes, Pietro Fantozzi, Roberto Segatori, Arianna Montanari e Antonio Costabile, ha continuato a essere un punto di riferimento costante per il dibattito sociologico e per l’apertura al confronto con altre discipline. Nelle numerose e inedite sfide poste dai processi sociali e politici del nostro tempo, è richiesto alla nostra disciplina di indagare l’evoluzione delle forme assunte dalla politica e, più in generale, di formulare teorie interpretative e strumenti di ricerca empirici adeguati a cogliere i nuovi fenomeni. La sociologia politica si trova in una fase che consente, e richiede, una espansione del suo ruolo all’interno del dibattito scientifico per comprendere le nuove forme assunte dalla politica in un legame inscindibile con le trasformazioni sociali, culturali, economiche. Un compito che chiama in causa la capacità di elaborazione di teorie in grado di cogliere i processi nella loro interezza e nella loro complessità, avvalendosi di quella connaturata vocazione scientifica che fa della sociologia politica una disciplina “ponte” per eccellenza all’interno delle scienze sociali e politiche, dotata di una propria epistemologia e di una sua solidità teorica e metodologica che la rendono autorevole e riconoscibile in ambito nazionale e internazionale. Per far questo sembra più che mai opportuno rilanciare la formazione di nuove generazioni di studiosi che interpretino la ricerca e l’insegnamento universitario con la consapevolezza della funzione che la conoscenza dei fenomeni politici ha per la qualità stessa della democrazia.
Le recenti trasformazioni che hanno interessato l’università hanno visto anche la nostra Sezione, all’interno delle attività dell’AIS, impegnata nel dibattito e nel confronto sulle nuove declaratorie dei Gruppi Scientifici Disciplinari (GSD). Compito di un’associazione scientifica è anche quello di vigilare e prendere parte a questi processi approfondendo le strategie di riforma del sistema universitario con l’obiettivo di promuovere la nostra disciplina. Nella “attuale” formulazione i settori disciplinari Sociologia dei fenomeni politici (codice 14/07/01) e Sociologia del diritto e della devianza (codice 14/07/02) sono entrati a far parte del GSD Sociologia della politica, del diritto e della devianza. Sarà quindi importante continuare a coltivare un rapporto di collaborazione con la comunità dei sociologi del diritto e con la relativa Sezione AIS, al fine di valorizzare il nostro Gruppo scientifico disciplinare. Siamo inoltre consapevoli di dover affrontare due sfide che solo apparentemente sono in contrasto tra loro. Infatti, se da una parte permane la necessità di rafforzare all’esterno la nostra identità disciplinare, mettendo in evidenza i nostri ambiti di ricerca e di insegnamento, dall’altra dobbiamo accogliere la sfida del dialogo con le altre discipline che si occupano dello studio della politica. L’obiettivo prioritario è quello di favorire sempre più intense trame di discussione con la comunità sociologica nel suo insieme, ribadendo la centralità della sociologia politica come parte costitutiva della sociologia fin dai classici della disciplina. In questo senso siamo convinti che la riflessione sulla identità della disciplina avviata dalla Sezione debba continuare e possa costituire una premessa rilevante per rendere l’interdisciplinarietà un confronto generativo di conoscenza e non un impegno troppo spesso disatteso. L’auto-riflessività è l’esatto contrario di una tendenza alla chiusura, ed è anzi la condizione necessaria per poter aprirsi alle nuove sfide di ricerca e di dialogo scientifico senza cedere allo snaturamento del metodo sociologico. Per quanto riguarda la parte più direttamente programmatica, nel corso del prossimo mandato si propone di sviluppare alcune attività di cui di seguito si indicano le linee generali. Nella prospettiva di una sempre crescente internazionalizzazione della ricerca scientifica, l’obiettivo sarà quello di intensificare i rapporti con le associazioni scientifiche internazionali impegnate nel campo della sociologia politica, in particolare l’ESA Political Sociology Research Network (RN32), l’ISA RC26 Sociotechnics – Sociological Practice e RC18 Political Sociology, l’ECPR Standing Group on Political Sociology. Oltre a queste associazioni internazionali, uno degli obiettivi da perseguire sarà quello di avviare un dialogo con le società scientifiche di sociologia politica attive a livello nazionale in altri paesi, al fine di promuovere una rete stabile di collaborazione. Nell’arco del mandato sarà inoltre promossa la realizzazione in Italia di un convegno di sociologia politica da realizzarsi insieme alle principali associazioni scientifiche internazionali, con la proposta da parte della nostra Sezione di istituire un rapporto permanente che sia di sostegno e di supporto per iniziative comuni di ricerca e di pubblicazione.
Per quanto riguarda seminari e convegni a livello più direttamente nazionale, saranno favorite le collaborazioni con le altre Sezioni AIS, riaffermando lo strumento delle Intersezioni come luogo di confronto all’interno della sociologia. Laddove si creassero delle connessioni tematiche con altre realtà associative, la nostra Sezione si farà promotrice di occasioni di dialogo, favorendo e sostenendo la partecipazione dei nostri iscritti.
Nell’ambito delle attività della Sezione un ruolo importante sarà riservato alla proposta di pubblicazioni che siano in grado di valorizzare la specificità della nostra disciplina e di affermarla in ambito nazionale e internazionale. Fin dall’inizio del mandato saranno messi in cantiere due progetti editoriali. Il primo progetto sarà la realizzazione di un Handbook della sociologia politica italiana in grado di inserirsi nel dibattito internazionale della disciplina, coinvolgendo i soci della Sezione in un’attività che richiederà forme seminariali permanenti di confronto. Il secondo progetto sarà relativo al rilancio delle attività editoriali della Collana della Sezione AIS di Sociologia Politica diretta da Gianfranco Bettin Lattes, Pietro Fantozzi, Arianna Montanari, Roberto Segatori, confermando la rigorosa procedura di referaggio come garanzia di qualità della Collana. Una menzione particolare meritano tutte le Collane dirette dai soci della Sezione che costituiscono un punto di riferimento culturale fondamentale per la crescita e la valorizzazione della ricerca dei soci.
Sempre nell’ambito delle attività editoriali proseguirà il nostro rapporto con le riviste che hanno una focalizzazione rilevante sui temi di sociologia politica, in particolare con quelle che sul sito della Sezione sono indicate come riviste di riferimento per la nostra comunità scientifica: Partecipazione e Conflitto diretta da Fabio de Nardis; SocietàMutamentoPolitica- SMP fondata da Gianfranco Bettin Lattes. Sarà inoltre data rilevanza alla rivista ufficiale dell’AIS Sociologia Italiana – AIS Journal of Sociology, auspicando la submission di articoli da parte degli iscritti alla nostra Sezione.
Nell’ambito delle attività seminariali e convegnistiche si intende promuovere gruppi di lavoro tematici all’interno delle diverse linee di ricerca che fanno riferimento alla sociologia politica. Pur non potendo istituzionalizzare tali gruppi di lavoro al pari di altre associazioni scientifiche, per la nostra forma statutaria, tuttavia questa forma di collaborazione permetterà di mantenere attiva la discussione che avviene nei panel all’interno dei convegni annuali della Sezione.
Fin dalla sua fondazione la Sezione ha rivolto un’attenzione particolare alle nuove generazioni di studiosi. Su questo specifico punto si segnala una criticità che ormai fa parte da anni del dibattito interno alla Sezione, ossia la necessità di luoghi di formazione dedicati espressamente alla nostra disciplina. Pur con le difficoltà e i vincoli istituzionali di cui siamo ben consapevoli in merito alla realizzazione di uno specifico Dottorato in Sociologia politica, la Sezione continuerà a favorire ogni tipo di attività rivolta in questo senso, nel frattempo valorizzando le attività degli attuali dottorati che hanno nella loro declaratoria il nostro settore disciplinare. L’attenzione alle nuove generazioni sarà inoltre al centro della realizzazione di una Summer School della Sezione, in collaborazione con le esperienze nazionali e internazionali che in questi anni sono state proficuamente realizzate (in particolare l’esperienza dell’Università della Tuscia e ISA RC26). Come in passato, la Summer School offrirà la possibilità di far dialogare le nuove generazioni con chi fa parte della nostra comunità da più tempo, in uno scambio virtuoso sia per l’ingresso di nuovi temi di ricerca, sia per la possibilità di mettere a disposizione di giovani studiosi esperienze maturate nei diversi ambiti della sociologia politica. Sempre nella direzione di favorire la ricerca delle giovani generazioni si propone di istituire un Premio annuale da attribuire a un paper presentato da dottorandi o giovani ricercatori under 35 all’interno dei convegni annuali della Sezione.
Siamo consapevoli che la realizzazione di queste attività richiede il rafforzamento della nostra comunità, e in questo senso l’obiettivo di mandato sarà promuovere una campagna di adesione alla Sezione, rivolta a tutte e a tutti coloro che sono incardinati nel nostro settore, e a tutte e a tutti coloro che svolgono attività di ricerca nel campo della sociologia politica. Una comunità è forte laddove riesce a tessere una trama in cui generazioni diverse possono collaborare e dialogare fra loro. Se le nuove generazioni sono fondamentali per la nostra Sezione, al tempo stesso la nostra forma associativa permette di coinvolgere anche coloro che pur non essendo più direttamente in servizio nelle università tuttavia, possono offrire il loro contributo scientifico, l’esperienza e il supporto alla missione scientifica della Sezione. 
Una specifica attenzione sarà rivolta, infine, alla comunicazione, interna ed esterna, al fine di valorizzare le attività della Sezione. Si prevede di istituzionalizzare la newsletter, offrendo un servizio a cadenza regolare con cui dare diffusione di convegni e seminari, call for paper, pubblicazioni dei soci, opportunità di ricerca (dottorati, assegni, etc.), nonché veicolare ogni notizia che possa essere di interesse nell’ambito della sociologia politica. A questa newsletter si affiancherà l’attività di informazione sulle reti social, con l’attivazione di nuovi account sulle principali piattaforme e l’individuazione di responsabili che ne possano seguire l’attività con continuità. Sarà inoltre specifica responsabilità di chi coordina la Sezione partecipare attivamente all’interno dell’AIS e della Consulta della ricerca AIS, prestando inoltre attenzione ai lavori dell’Anvur, del Cun e di tutti gli organismi preposti allo sviluppo del sapere accademico, così come al Coordinamento delle riviste di Sociologia (Cris), per consolidare la presenza della sociologia politica al centro dei processi di riforma e di valorizzazione delle scienze sociali.
L’insieme di tutte queste iniziative costituisce la base di attività per una nuova fase della Sezione di Sociologia politica. Con la passione e il senso di responsabilità che richiede questa attività si propone quindi la candidatura del Prof. Lorenzo Viviani come Coordinatore della Sezione di Sociologia Politica.

Consiglio scientifico

Lorenzo Viviani

Coordinatore

Antonella Coco

Segretaria

Marco Damiani

Componente

Luca Massidda

Componente

Milena Meo

Componente

Maria Mirabelli

Componente

Fabio De Nardis

componente

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