L’8 luglio compie 100 anni Edgar Morin, tra i maggiori intellettuali europei viventi. Protagonista fin dalla Resistenza della vita politica e culturale del nostro tempo, autore di opere tradotte in oltre 20 lingue di 42 paesi diversi, artefice appassionato da tre quarti di secolo (il 1946 di L’an zéro de l’Allemagne) di quella che nel suo Sociologie (1984) ha chiamato sociologia del presente, estesa a numerosi campi d’attenzione e dagli anni 70 del Novecento integrata dalle dimensioni bioecologiche della condizione umana.
Il volume testimonia, insieme rinnovandolo, il legame profondo che Edgar Morin ha con il nostro paese. Un legame dalle radici antiche, discendendo Morin (Edgar David Nahoum Morin, dove “Morin” è il nome di battaglia da partigiano, aggiunto ufficialmente dopo la Liberazione) da ebrei sefarditi accolti a Livorno nel corso della lunga peregrinazione seguita alla cacciata dalla Spagna dell’Inquisizione. Un legame, soprattutto, alimentato nel tempo da collaborazioni continue (fin dagli scorsi 50, con la vicinanza alla rivista Ragionamenti, di Arnaldo Momigliano, Alessandro Pizzorno e altri), prestigiose onorificienze, amicizie durature. Ne sono una misura significativa gli oltre 100 volumi editi in italiano, di cui Cento Edgar Morin contiene la prima bibliografia completa (a cura di Sergio Manghi).
Il volume, aperto dopo l’introduzione del curatore da un contributo di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, non è un mero album di messaggi augurali, ma una collezione di dense riflessioni, provenienti dalle più diverse discipline e dai più diversi ambiti del sapere, delle arti, delle professioni intellettuali e dell’impegno politico, sindacale e civile (come nel caso di Luigi Ciotti e Carlo Petrini), che investono i molteplici temi della vasta opera e insieme della vita di un uomo per il quale, com’è raro si possa dire alla lettera, opera e vita fanno tutt’uno. Un uomo che ha saputo come pochi vivere Au rythme du monde (2014), come s’intitola un’ampia raccolta degli articoli pubblicati sul quotidiano Le Monde. Un uomo, come scrive nel suo contributo a Cento Edgar Morin Alberto Abruzzese, che “ha voluto e saputo viversi minuto per minuto”.