UnRest-Net

Da venerdì 23 aprile 2021 sarà in rete il sito UnRest-Net

UnRest-Net si propone come strumento collaborativo e come invito alla comunità scientifica a riappropriarsi della conoscenza su se stessa e a usare autoriflessivamente i suoi strumenti conoscitivi.

Al centro del progetto sono i dati estratti dai data base del Ministero dell’Università e della Ricerca a partire dal 2008, anno in cui, durante il governo Berlusconi III, è iniziata una pesante stagione di tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario delle università e ai fondi per il Diritto allo Studio, accompagnata e governata dai profondi cambiamenti normativi, organizzativi e gestionali seguiti alla legge 240/2010, la così detta “legge Gelmini”.

I dati riguardano i docenti/ricercatori a tempo indeterminato e a tempo determinato (2008-2020), gli iscritti alle classi di laurea triennali e magistrali (2010/11-2019-20), gli iscritti alle scuole di dottorato, gli assegni di ricerca (2020), i contratti di collaborazione in attività di ricerca (2015-2019), i docenti a contratto (2014/15 al 2018/19) e le abilitazioni (2013-2020).

I dati sono organizzati in tabelle pivot (consultabili online e/o scaricabili) che permettono l’interrogazione e l’incrocio con le variabili del genere, della fascia di docenza, dell’area CUN di afferenza, dell’area geografica, della regione dove le Università sono ubicate e della grandezza/tipologia degli atenei.

Gli utenti sono invitati ad usare i dati per le loro personali curiosità ed esigenze e a condividere i risultati ottenuti pubblicando in una apposita sezione del sito i loro approfondimenti e contributi personali.

Il sito contiene anche una bibliografia tematica dei contributi  sull’università italiana pubblicati dal 2008 e il documento 2008-2020. Rapporto sull’università italiana, nel quale i dati sono stati elaborati cercando di far emergere alcuni degli andamenti significativi dell’evoluzione del sistema università nell’ultimo decennio.

La letteratura sui mutamenti e sulla crisi dell’università italiana è ormai molto ricca e articolata. Rispetto ad essa, il contributo del Rapporto consiste principalmente nel quantificare in maniera aggiornatissima (al 31 dicembre 2020) e di articolare ulteriormente alcuni dei fenomeni già individuati e documentati, ma anche di porre all’attenzione su una base quantitativa i temi meno frequentati delle abilitazioni e dei finanziamenti aggiuntivi.

Il Rapporto è diviso in 9 parti
1. I docenti/ricercatori nell’università italiana         
2. Docenti/ricercatori per area geografica  
3. Docenti/ricercatori per grandezza e tipologia dell’ateneo         
4. Gli iscritti   
5. Strutturati e non strutturati         
6. Docenti/ricercatori nelle aree CUN          
7. Gli abilitati 
8. I dipartimenti “di eccellenza”       
9. Considerazioni finali          

I punti toccati sono numerosi: dalla decrescita del sistema universitario statale, con il decremento di studenti, dottoranti e docenti/ricercatori, all’accentuarsi dei divari territoriali fra aree geografiche e regioni; dal permanente divario di genere, alla sovraqualificazione degli abilitati in servizio e di quelli (circa 16.000) ancora sulla soglia dell’università italiana; dall’incidenza di interventi legislativi come la legge 232/2016 riguardante i cosiddetti “dipartimenti di eccellenza”, fino alla precarietà strutturale di molta parte del lavoro di ricerca e di docenza. Un breve estratto dei contenuti, o una sintesi appena più approfondita, potranno fornire ai lettori interessati qualche informazione aggiuntiva.

Il Rapporto vuol essere soprattutto uno stimolo alla discussione e al confronto: gli utenti sono invitati a proporre osservazioni, commenti, critiche e correzioni sul documento in una apposita area in calce alle sezioni e sotto-sezioni del documento.

Non siamo certo i primi – e auspichiamo di non essere gli ultimi – a cercare una partecipazione attiva da parte di chi lavora nell’università e nella ricerca nell’intento di promuovere esigenze di cambiamento e miglioramento del sistema.

Forse la nostra particolarità è quella di condividere con la comunità scientifica gli strumenti di lavoro che abbiamo elaborato e utilizzato, accompagnandoli all’invito a usare i nostri strumenti conoscitivi (ciascuno i propri) per restituire finalmente il nostro punto di vista a quanti gestiscono e governano i processi che stanno modificando la nostra università e a quanti ne discettano dai pulpiti più vari. Da quotidianamente sottoposti all’intimidazione matematica, la nostra proposta è insomma: cominciamo a dare i numeri anche noi.

Il nostro nome, UnRest-Net, può essere tradotto in “rete di agitazione” ed è stato questo uno dei motivi per cui è stato scelto: perché vogliamo tentare di smuovere le intelligenze affinché continuino o comincino a impegnarsi nella battaglia necessaria a garantirci la possibilità di continuare a lavorare per la conoscenza. Ma può essere anche letto come UNiversity RESTart, che è il nostro augurio a tutti noi.

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