Le origini
La Sezione “Politica Sociale” AIS si è costituita nel 1984 a Bologna, per volontà di Achille Ardigò e Pierpaolo Donati (che ne è stato coordinatore per tre mandati dal 1984 al 1993), a breve distanza dalla costituzione della Associazione Nazionale dei Sociologi accademici (15 dicembre 1983) di cui il Prof. Ardigò è stato il primo Presidente.
La Sezione ha inteso accompagnare attraverso un contributo critico ed originale l’evoluzione delle politiche sociali nel nostro paese, in particolare a fronte dell’arretramento (retrenchment) e della riconfigurazione del Welfare State nella gran parte dell’occidente sviluppato – e nel nostro paese in particolare.
Le tematiche attorno alle quali si è costituita la Sezione nel 1984, appaiono ancora di pregnante attualità:
- teoria di politica sociale, con particolare riferimento agli aspetti socio-sanitari e alla famiglia;
- analisi comparata dei Sistemi nazionali di politica sociale tra pubblico, privato e settore informale;
- analisi dei processi e dei sistemi di controllo e di integrazione sociale nell’ambito delle politiche sociali;
- analisi delle disuguaglianze e problemi di equità-uguaglianza nei sistemi distributivi e redistributivi di welfare, in particolare per quanto concerne la salute;
- analisi sociologica dei metodi e strumenti delle politiche sociali con particolare attenzione al superamento dell’identificazione riduttiva tra politiche sociali e welfare state (la tematica della welfare society);
- ricerche sui rapporti fra obiettivi, teorie e metodi di politica sociale da un lato e trasformazioni sociali dall’altro.
Temi di ricerca attuali
Pur con le dovute differenze – anche in termini di linguaggio – che oltre trent’anni di trasformazioni e mutamenti sociali hanno introdotto, ci pare di poter affermare che gli ambiti sopra riportati possano costituire i capisaldi attorno a cui orientare le attività della Sezione anche nel prossimo futuro, ampliando il raggio di azione a temi cogenti della contemporaneità:
- l’inquadramento delle politiche sociali al crocevia delle decisioni politiche e del funzionamento istituzionale;
- le differenze strutturali e culturali tra regioni, che facilitato/ostacolano i percorsi di riforma del welfare;
- l’impatto concreto che le politiche sociali hanno sui soggetti cui sono rivolte, sulle loro famiglie, sulle comunità, e – non ultimo – sugli operatori sociali che lavorano nei diversi contesti, territoriali e istituzionali;
- le sinergie tra i diversi soggetti – pubblici, privati e di terzo settore – che sono chiamati alla realizzazione delle politiche sociali;
- l’impatto dei fenomeni migratori sulle politiche sociali;
- il rinnovamento delle politiche di contrasto alla povertà, di lotta all’esclusione sociale, di contrasto alla dispersione scolastica, nell’ottica di un superamento dell’assistenzialismo;
- la promozione di strategie di co-progettazione e co-produzione con una partecipazione attiva di cittadini e famiglie;
- la valorizzazione del Terzo Settore, perché, alla prova dei territori, risultino effettivamente in grado di diventare leve di trasformazione;
- l’esplorazione di nuove e differenti formulazioni quali quella di welfare generativo e dell’investimento sociale, che arricchiscono e aprono nuove strade all’idea originaria di welfare society and welfare plurale and sussidiario, con cui la nostra sezione ha fatto scuola.
Prospettive future
Il Consiglio Scientifico sta investendo in particolare in una attività di networking in più direzioni, verso:
- studiosi e operatori di politica sociale e studiosi e operatori di social work, alla ricerca di nuove capacità “narrative” e formative che promuovano cultura politica sociale e amplino le potenzialità di ricerca scientifica, con il coinvolgimento di nuovi soggetti in ambito disciplinare e scientifico.
- le sezioni di Politica Sociale delle associazioni internazionali di sociologia (nel 2019 è stata sottoscritta un’affiliazione con la Social Policy Association, UK), con l’obiettivo di tessere legami con studiosi, professionisti e policymaker di altri Paesi;
- le associazioni e gli ordini professionali – Assistenti sociali, Educatori e Sociologi professionali – nell’ottica di offrire agli studiosi maggiori elementi per la comprensione della realtà, e agli operatori un ambito di riflessione teorica che consenta di spaziare con lo sguardo, oltre le pratiche.