Memoria di un orrore indicibile: tragedia di un popolo e dell’umanità intera.
L’insidia peggiore è che questo giorno di attivo ricordo sia inteso come una semplice ritualità, un’abitudine burocratizzata, a fronte di 364 giorni di “normale” oblio.
Celebrarlo significa invece un impegno molto concreto, che per la comunità dei sociologi assume una valenza particolare: sono proprio le loro ricerche, infatti, a mostrare – in questo momento e in tante parti del mondo – la ripresa forte e ostinata dell’antisemitismo, la nuova e insospettata legittimazione del razzismo – divenuta opinione fra le altre, dicibile senza scandalo – la diffusione sconcertante di mille forme di pregiudizio e di intolleranza.
Questa consapevolezza particolare non può che tradursi in un impegno particolare: allo studio, alla denuncia ed al contrasto.
Alla cultura della memoria si è sempre opposta una cultura della cancellazione, dell’eliminazione, del disimpegno: il lavoro intellettuale è invece, per essenza, il contrario dell’indifferenza e dell’oblio.
Enzo Campelli
Presidente onorario di AIS