Cecilia López-Pozos, Francesco Lazzari

LOS DESCALZADOS DE LA TIERRA: NI DE AQUÍ NI DE ALLÁ

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por Cecilia López-Pozos y Francesco Lazzari
Prólogo de Vincenzo Cesareo

Universidad autónoma de Tlaxcala (México)
Università degli studi de Trieste (Italia)
Impretlax, Tlaxcala, 2021

Los descalzados de la tierra: ni de aquí ni de allá (Gli scalzi della terra: né di qui né di là) è un volume che nasce dai rapporti di interscambio accademico internazionale tra l’Università autonoma di Tlaxcala in Messico e l’Università degli studi di Trieste in Italia. Il testo parte dagli interessi di studio e di ricerca di Cecilia López-Pozos e di Francesco Lazzari per il fenomeno migratorio, per le cause e l’impatto che sta avendo a livello globale e per la sua intensità senza precedenti. Vi si analizzano i costi politici, economici, sociali e psicologici delle migrazioni tanto irregolari quanto regolari, sia per i paesi di partenza che per quelli di arrivo.

Dalla penna di Cecilia López-Pozos, in particolare, viene enfatizzata la spinta messa in atto dalla famiglia a emigrare, come possibilità di offrire migliori condizioni di vita ai propri membri. Ciò genera un nuovo tipo di parentela: la famiglia transnazionale dalla quale emerge una sua ristrutturazione significativa, con, tra gli altri, un’identità peculiare e un cambiamento dei ruoli maschili e femminili; senza peraltro che questo implichi il dimenticare la famiglia rimasta nel luogo di origine. Nello stesso tempo si studiano le circostanze in cui nasce una nuova mobilità continentale e transcontinentale con i flussi migratori che giungono in Messico dall’Africa, dall’America centrale e dai Caraibi e che ne fanno un paese di destinazione e non più solo di transito.

Francesco Lazzari, come di consueto nei suoi testi, sostiene che le migrazioni contemporanee si possono comprendere principalmente attraverso il dialogo e la solidarietà. Spiega che la crescente mobilità forzata, che nasce dall’impoverimento a vari livelli, ha le sue principali radici nella globalizzazione. Da cui emerge, inoltre, una contraddizione di fondo: un mondo globale dai confini strettamente locali, che pongono in grave svantaggio chi non fa parte del mercato. L’arsenale dei trattati internazionali sembra essere boicottato proprio per evitare il rispetto di accordi che potrebbero rendere i processi di mobilità meno dolorosi e meno drammatici per le persone.

Italia e Messico ne sono un esempio: da Paesi di espulsione sono diventati Paesi di arrivo, che attuano politiche di stop. Politiche implementate non solo da queste nazioni, ma dalla maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, delle Americhe e del mondo.

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