Dall’anno della sua costituzione (1889), all’anno della morte della sua fondatrice (1935), la Hull-House di Jane Addams fu il settlement (insediamento sociale di sostegno) più attivo nella realtà statunitense. Luogo-laboratorio teso all’ospitalità degli immigrati, alla loro organizzazione, alla salvaguardia dei loro valori originari e delle loro tradizioni culturali, operò da antidoto allo sviluppo industriale travolgente, alla crisi relazionale urbana e al processo di americanizzazione che minavano i tratti identitari delle comunità immigrate. Il libro, nel proporre due emblematici scritti della Addams, introdotti e contestualizzati da Raffaele Rauty, spiega cosa sia la democrazia sociale promossa dall’autrice, il suo retroterra e la sua quotidianità, nella coerenza etica come nella dimensione cristiana. Ripercorre altresì le contraddizioni che si manifestarono nella vita e nell’iniziativa del settlement, presenza affatto scontata in una città come Chicago, e le cui finalità umanitarie furono spesso fraintese e stereotipizzate, soprattutto nella fase più aperta e contraddittoria del periodo progressista (1901-1915).