Durante la pandemia, le istituzioni europee, prima fra tutte la Commissione, hanno affrontato e sviluppato diversi strumenti e azioni di solidarietà per contrastare la conseguente crisi sanitaria ed economica. L’obiettivo del Working Paper è innanzitutto quello di dare conto di questa intensa attività, ma soprattutto di riflettere sul significato da attribuire ad esse, per capire fino a che punto l’Ue, e gli Stati membri, si siano spinti oltre l’attuale architrave della sua costituzione economica, ovvero la “solidarietà competitiva”. Come cercheremo di dimostrare, durante la pandemia c’erano tutti gli elementi per poter ripensare una riconfigurazione della solidarietà. Il principio della solidarietà mutualistica, sulla scia del flusso emotivo, è emerso al di sopra degli egoismi nazionali, anzi, governandoli; è emerso anche un certo “cosmopolitismo normativo” di ritorno, per quanto flebile e non ben strutturato. La quale, questa la tesi sostenuta, a due anni dalla decretata fine della crisi stenta comunque a decollare, lasciando anzi trapelare un certo ritorno al passato. Quello in cui la solidarietà non conosce sconti perché ha un prezzo in termini di condizionalità.