A differenza della speculazione astratta e del puro fantasticare, la creatività è un’attività immaginativa in grado di fuoriuscire dalla dimensione ideativa per oggettivarsi in prodotti originali: artefatti, invenzioni, scoperte scientifiche, opere estetiche, pratiche comportamentali, ecc.
Non è soltanto una facoltà mentale. Nelle relazioni della vita associata, la creatività fuoriesce dall’interiorità individuale per incanalarsi nelle spirali del pensiero collettivo che costruiscono la realtà sociale. Opera anche nella comunità scientifica mutandone, ciclicamente, l’ordine paradigmatico entro il quale fondare le sue certezze teoriche e metodologiche. Ma come può agire il pensiero poietico all’interno della conoscenza sociologica? L’ipotesi esplorata dal saggio è quella di intendere la creatività come un metodo empirico-ideale orientato a comprendere, tra arte e scienza, qualcosa di nuovo dalla realtà enigmatica, complessa e mutevole del sociale.