Auguri

Care socie e cari soci,
in prossimità della fine dell’anno è il momento di fare un primo bilancio del lavoro svolto dal Direttivo eletto il 25 gennaio scorso e da questa Presidenza.

Nonostante la drammaticità di questi mesi e la modalità inconsueta nella quale l’emergenza sanitaria ha costretto le interazioni e ogni forma di socialità,  il periodo trascorso è stato particolarmente fitto di incontri, scambi e occasioni di approfondimento sulle linee di sviluppo dell’Associazione e le sue prospettive. È stato, soprattutto, ricco di risultati che abbiamo il piacere di poter condividere.

Un primo risultato è stato il cambiamento della comunicazione AIS, che ha acquisito nuovo impatto e visibilità, rendendosi presente con continuità anche sui social. Il Forum AIS, durante la pandemia, ha ospitato interventi e dibattiti su quanto stava accadendo, mettendo a disposizione della comunità dei sociologi uno spazio di discussione vivace e partecipato. Il logo dell’Associazione, ri-stilizzato e alleggerito, è diventato presto un segno identitario in cui soci/e e Sezioni si sono riconosciuti/e.

Per la prima volta, un fascicolo della rivista Sociologia italiana è stato pubblicato in open access, con anticipo di ben tre mesi, peraltro, rispetto alla scadenza attesa (fine luglio anziché ottobre) manifestando l’attenzione dei sociologi ai segni dei tempi anche nel tema prescelto per il Focus monografico, le negoziazioni tra scienza e senso comune nella costruzione simbolica e socio-materiale delle reazioni alla pandemia, che ha dato l’impronta a tutto il numero.

Si è dato vita a un programma di webinar in collaborazione con tutte le società scientifiche di Area 14, proponendone uno specifico, di area sociologica, organizzato di concerto con SISEC e SISCC, che ha visto un’ampissima partecipazione della nostra comunità scientifica.

È stato messo a punto e reso funzionale il nuovo sito, la cui estetica e la cui contemporaneità d’impostazione rendono la consultazione piacevole e il cui costante aggiornamento ne fa un punto di riferimento per quel che accade in ambito sociologico.

Si è partecipato a un’importante consultazione da parte del CUN in vista della manutenzione delle classi di laurea di pertinenza della nostra Area, in stretta collaborazione con CIDAS e con le altre società scientifiche afferenti alla Consulta di Area 14.

E, ultima realizzazione in termini cronologici ma non certo per impegno richiesto, si è organizzato il Convegno “Ripensare la società nelle emergenze e nelle trasformazioni globali. Con Weber 100 anni dopo (1920-2020)”, conclusosi venerdì scorso, che ha visto, per cinque lunghe giornate, coinvolta l’intera comunità scientifica sociologica italiana. Sul sito AIS si è aperta, per il Convegno, una vera e propria piattaforma multimediale con materiali video e link ad articoli che le riviste italiane di sociologia hanno messo in open access per l’occasione. Inoltre, sempre nell’ambito del Convegno, sono state realizzate quattro sessioni Dottorandi e Dottori di ricerca ed è stata ripresa la consuetudine di un Premio Giovani che abbiamo voluto intitolare “Sulle spalle dei giganti”, sottolineando la relazione specifica tra innovazione e continuità nel lavoro intellettuale e scientifico.

Tutte queste attività sono state messe in atto in collaborazione costante e diretta con la Consulta della ricerca, costruendo una nuova consuetudine di riunioni congiunte e di condivisione progettuale che nel Convegno weberiano ha trovato il suo esito più compiuto. Il gruppo organizzativo che più operativamente ha poi lavorato alla progettazione ed alla concreta organizzazione del Convegno ha visto le rappresentanze delle diverse Sezioni lavorare insieme in grande sintonia con i componenti del Direttivo più direttamente coinvolti. La visibilità che il Convegno ha avuto sulla stampa nazionale e sui media ci ha restituito il senso di un lavoro che non è rimasto chiuso nell’ambito accademico ma ha saputo, almeno in parte, dare una valenza specificamente pubblica alla sociologia che professiamo. Tale valenza hanno assunto anche iniziative specifiche di Sezioni che hanno voluto dare un contributo progettuale al processo di ricostruzione che il Paese dovrà affrontare a partire dal prossimo anno e che potranno trovare integrazione in un progetto collettivo più ampio che coinvolga tutta la comunità scientifica dei sociologi e delle sociologhe.

Le festività che ci apprestiamo a celebrare arrivano, in questo 2020, in un clima molto diverso di quello cui eravamo abituati.  Da sociologi non possiamo non sentirci preoccupati per il prossimo futuro. Ma la responsabilità che sentiamo di fronte alla collettività sociale, di cui siamo parte, ci motiva a proseguire sulla strada intrapresa, di un pieno coinvolgimento di tutta la nostra comunità scientifica in un progetto che includa un percorso di riposizionamento nella sfera pubblica e di responsabilità verso un diverso disegno di futuro per il Paese.

L’auspicio è di essere in grado di attivare l’immaginazione sociologica necessaria per individuare connessioni di senso tra il momento che si vive e la storia da cui si proviene, osservando con intelligenza e con apertura la realtà, per costruire un futuro di cui sentirsi corresponsabili. È di non farsi disorientare dalla metamorfosi del mondo, di cui parla Beck nel suo volume postumo. Piuttosto, è di ritrovarsi in un mondo fatto nuovo dalle domande attraverso cui lo scrutiamo; dalla cura che, nel conflitto estremo tra i valori, riconosciamo di dovergli; perché è l’unico che abbiamo e perché il suo senso è quello che saremo in grado di conferirgli, condizione ed esito, non sempre determinabile, delle nostre scelte.
Auguri!

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