La scomparsa di Bruno Latour, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre 2022, è un evento che segna, non solo negli studi sociali sulla scienza e la tecnologia ma nella sociologia e nelle scienze sociali, la demarcazione tra un prima e un dopo il dipanarsi di un percorso di pensiero che ne è stato costitutivo e che ha colto in pieno la sfida della comprensione della tarda modernità. In questo senso può reinterpretarsi la divisione del lavoro che più di venti anni fa Latour (1999, 122-123) proponeva tra sociologia e Science Studies, attribuendo a questi ultimi il compito di restituire all’oggetto della sociologia il suo carattere ibrido, di associazioni composite e situate di elementi eterogenei la cui agency distribuita ne restituisce la dimensione sociale.
Per ricordarlo, proponiamo il link al suo sito, a quello di STS-Italia, la comunità di ricercatori e studiosi che più ha lavorato in questa prospettiva in Italia e con cui AIS collabora stabilmente da alcuni anni, e l’intervista rilasciata solo qualche anno fa a Nicola Manghi e pubblicata sui Quaderni di Sociologia, con due commenti di Massimiano Bucchi e della attuale Presidente AIS, Maria Carmela Agodi, proponendola come espressiva di un punto di osservazione, da cui gli science studies mostrano, alle scienze umane e sociali ed alla sociologia in particolare, una nuova possibile configurazione della propria prospettiva di studio.