Giovanna Ceccatelli ci ha lasciati. Ci sentiamo tutti un pò soli

Giovanna Ceccatelli ha formato studenti e generazioni di insegnanti che oggi lavorano portandosi dietro il desiderio di costruire con forza e passione un mondo migliore. Questo è stata Giovanna. 

Donna colta, studiosa integra, persona gentile. Non amava la retorica e le luci della ribalta, lavorava in silenzio, lavorava bene, scriveva di notte.

Sapeva essere amica vera, disinteressata, da lei si imparava uno stile di vita basato sul sentimento della cura, uno spirito di ricerca autentica, volta a comprendere nel profondo la relazione educativa. Ha lavorato in modo limpido e razionale, documentandosi con impegno, responsabilità e precisione. 

Ha divulgato elevati princìpi educativi ed etici. I suoi scritti sono uno stimolo a guardare il mondo con occhi diversi.

Nel mondo paludato e gerarchicamente rigido dell’università, nell’ambiente competitivo e spesso falso  della ricerca, lavorare con Giovanna è stata un’esperienza eccezionale. Sì, è stato un lavorare “con” Giovanna, non un lavorare “per” la professoressa ordinaria, come invece accadeva ad alcuni nostri colleghi dottorandi costretti a far da passacarte ai loro protettori.

Negli anni del dottorato ci ha sempre incoraggiato a studiare, viaggiare, ragionare e costruire un’idea propria. Ci accompagnava con sapienza e discrezione. Se le chiedevi un consiglio, ci ascoltava, parlavamo molto. Poi ci regalava i libri, a volte tornava dalla libreria con un pacco di libri, presi per noi, ci incoraggiava a trovare lì le risposte. 

Quando una volta dottorati ci siamo lanciati nel mondo dei progetti di ricerca, Giovanna è stata sempre una compagna sicura, competente e soprattutto appassionata: nessun progetto di ricerca è rimasto nell’asettico ambito di una raccolta dati o di piatte interviste. Ogni scelta, ogni pubblicazione è sempre stata accompagnata da una sincera intenzione di capire i processi sociali, di fare un’analisi critica di certi fenomeni con l’obiettivo ultimo della ricerca della giustizia e della denuncia dell’iniquità. 

Uno dei suoi tratti più belli era l’ironia, che diceva essere la qualità migliore per vivere meglio la vita. E si rideva molto in quei lunghi pomeriggi passati a costruire progetti, perché con Giovanna si sognava e si combatteva, si perdeva e ci si rialzava, ci si credeva e ci si divertiva. Il suo modo di insegnare e fare ricerca resta un esempio. Unico e speciale. 

Un’avventura magnifica. 
Ciao Giovanna, non ti dimenticheremo, ci hai regalato felicità.

Stefania Tirini e Alfredo Panerai 

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