Come chiarito da Georg Simmel agli albori del Novecento, accanto alla capacità di parlare, quella di saper tacere ha avuto uguale importanza nella storia delle società umane: il segreto – imponendo un patto, talvolta anche indesiderato – crea e distrugge gruppi, genera inclusione ed esclusione, plasma comportamenti e relazioni. D’altronde, chi può dire di non aver mai pronunciato la frase: non dirlo a nessuno? E quali responsabilità implica per chi custodisce un segreto? E oggi, nella nostra società digitale, dove la caccia a verità e informazioni nascoste sembra essere una moda e dove con un clic si possono distruggere identità ed equilibri delle persone, che significato può assumere questa parola? Cosa è giusto non sapere o non dire per tutelare noi stessi e le relazioni in cui siamo immersi? Nella società della sorveglianza e della (presunta) trasparenza c’è ancora spazio per il segreto?