1° MAGGIO, PRESIDENTE SOCIOLOGI: SCELTE DI VITA SEMPRE PIU’ SVINCOLATE DA  MODELLO LAVORO NEOLIBERISTA

Roma, 30 apr – “Nella nostra società non stanno cambiando soltanto i lavori, le professioni: è il concetto stesso di lavoro che sta cambiando. Resta certamente importante nella realizzazione personale, ma le scelte di vita non sono più vincolate al lavoro che si svolge. Oggi semmai, sempre più spesso, è vero il contrario”. Il Professor Stefano Tomelleri, Presidente dell’Associazione italiana di sociologia e Prorettore dell’Università degli studi di Bergamo, alla vigilia del 1° maggio si sofferma sulle caratteristiche del lavoro e dei lavoratori dei nostri giorni. “È vero il contrario – afferma proseguendo nel ragionamento – perché si è compreso quanto sia importante avere anche tempo da dedicare ad altro che non sia il lavoro: a sé stessi e agli altri. Le sempre più stringenti richieste di adattabilità e flessibilità, di eccellere e accelerare per raggiungere obiettivi ambiziosi, generano una pressione costante che causa stress cronico e ansia. E di fronte a questa prospettiva, le persone, soprattutto le nuove generazioni, si chiedono se ne valga davvero la pena. Questo scenario – aggiunge il Presidente dell’AIS – presenta sfide significative, ma offre anche l’opportunità di ripensare il rapporto tra il tempo di vita e quello del lavoro. L’innovazione tecnologica, introducendo strumenti e piattaforme sempre più evoluti, può migliorare efficienza e produttività, liberando il tempo dal lavoro. A patto però che il modello di crescita neoliberista non dedichi tutti gli sforzi di innovazione e cambiamento solo sulla massimizzazione del profitto. Nei confronti di questo approccio, che tende a concentrare la ricchezza nelle mani di pochi, le nuove generazioni sono sempre più critiche, mentre cresce la loro attenzione verso le condizioni lavorative e relazionali. Se, invece, – dice ancora Tomelleri – i modelli organizzativi generati dall’innovazione consentissero di gestire il tempo in modo più appropriato, allora potrebbero contribuire ad ‘esaudire’ le nuove esigenze e priorità delle persone. Non sempre ciò avviene. Lo smart working, ad esempio, ha migliorato solo in parte le condizioni di lavoro e non per tutte le categorie”. In conclusione, il Presidente dell’AIS afferma che “il lavoro oggi è indubbiamente fonte di maggiore stress rispetto al passato. Sebbene ci siano alcune iniziative per affrontare questo problema, è necessario un impegno più strutturale e coordinato da parte delle aziende, dei governi e delle organizzazioni sindacali, per trovare soluzioni efficaci e sostenibili”.

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