Breve storia della Sezione
La Sezione Vita Quotidiana è stata fondata nel 1984 in occasione di un convengo sulle strutture e strategie nella vita quotidiana tenutosi a Bologna. In questa prima fase, il nome della Sezione era Riproduzione, Vita Quotidiana e Movimenti Sociali. Quindi, a partire dai primi lavori della Sezione, la dimensione della vita quotidiana è stata esplorata non solo in quanto campo di ricerca ma, soprattutto, come prospettiva attraverso la quale guardare la società. Un impulso fondamentale nei primi anni di attività della Sezione è stato dato dalla vitalità che i movimenti sociali italiani, e in particolare quelli delle donne, esprimevano in quel periodo. Come in molti altri contesti, anche in Italia le riflessioni sul genere emergevano da contesti extra-accademici, legandosi profondamente all’attivismo politico. Alcune pioniere della sociologia italiana hanno contribuito a creare ponti tra questi mondi, “portando” le esperienze dei movimenti delle donne nel campo della sociologia. Il genere è diventato, così, un tema di interesse centrale per la Sezione, sia come prospettiva metodologica di inquadramento della vita quotidiana, sia come oggetto empirico, in un periodo nel quale la sociologia del genere non aveva un ruolo riconosciuto e legittimato nel campo della sociologia italiana. Di conseguenza, la vita quotidiana non è mai stata considerata nei lavori della Sezione come una dimensione di routine, consuetudinaria e data per scontata, ma come ‘luogo’ nel quale le soggettività si costruiscono nella relazione creativa con le istituzioni.
Nel 1994 la Sezione ha cambiato nome in Vita Quotidiana, riaffermando la centralità del tema nel campo sociologico. Negli anni successivi, in parallelo alla riflessione teorica sulla natura e sulle dimensioni della vita quotidiana si è andata consolidando una tradizione di ricerca empirica su questi argomenti. Combinando – con risultati interessanti e originali – Agnes Heller e Henri Lefebvre con gli approcci fenomenologici e interazionisti questi studi devono molto anche al pensiero di Alberto Melucci sulla sociologia riflessiva.
La riflessione teorica sulla natura della vita quotidiana resta la base dei lavori della Sezione che, da questa, si diramano in specifiche aree di interesse. Il dibattito animato dalle studiose e dagli studiosi che si occupano di questi temi ha contribuito a superare le interpretazioni del quotidiano come ‘auto-evidente e dato per scontato in favore una ri-concettualizzazione capace di cogliere le dinamiche nascoste, ma sempre in divenire, del quotidiano, considerando l’intreccio di pratiche, relazioni ed esperienze che lo struttura.
Nello specifico, i temi affrontati dalla Sezione nel corso del tempo includono: gli orizzonti temporali e lo spazio in quanto dimensioni dell’esperienza sociale, le pratiche e i processi di domesticazione dello spazio urbano, le transizioni del corso di vita, la memoria, la mobilità, gli youth e i childhood studies, le relazioni interculturali e le migrazioni e, in tempi più recenti, la costruzione dell’alterità nella vita quotidiana e le nuove forme di esclusione.
Coordinatori e coordinatrici dal 1984 ad oggi: Ilenya Camozzi, Vittorio Capecchi, Antonio Carbonaro, Giuliana Chiaretti, Paolo Jedlowski, Carmen Leccardi, Ota de Leonardis, Giuliana Mandich, Alberto Melucci, Enzo Mingione, Marita Rampazi, Chiara Saraceno, Renate Siebert,
Interessi di ricerca e aree tematiche dell’attuale Direttivo
Nello scorso triennio la sezione Vita quotidiana dell’AIS ha sviluppato una riflessione sulla trasformazione del senso comune in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Sono stati organizzati seminari e convegni che hanno provato a gettare luce sul complicato rapporto tra le trasformazioni strutturali della società a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni e le mutazioni nelle rappresentazioni sociali, nelle pratiche di organizzazione e nelle consuetudini relazionali. Tuttavia proprio nel pieno svolgimento di questo percorso di riflessione una nuova drammatica sfida ha cambiato le vite di tutti noi. La pandemia ha, infatti, svelato e ampiamente messo in discussione gli equilibri sociali, politici ed economici, sia a livello strutturale, sia a livello microsociale mostrando proprio sul piano della vita quotidiana il suo dirompente e ineludibile potenziale trasformativo. La sezione si è allora impegnata in un percorso di riflessione che iniziasse a raccogliere riflessioni ed evidenze sugli aspetti maggiormente sfidati dalla situazione di crisi legata al Virus circa le abitudini, le relazioni, i modi di intendere il rapporto tra ambiente umano e non umano, le pratiche lavorative e di loisir, i rapporti tra generi e generazioni, le modalità di vivere tempi e spazi.
Proprio da questo punto di partenza muove la proposta che si intende sostenere per il lavoro del prossimo triennio 2022-2024. Il nuovo direttivo si impegnerà a lavorare per predisporre una riflessione approfondita sulle trasformazioni macro e microsociali innescati dalla pandemia, ma soprattutto sulle conseguenze che lo sconvolgimento degli equilibri precedenti ha prodotto e produrrà in futuro nell’intera società a partire dai tratti di esperienza quotidiana e di quotidiana organizzazione della vita sociale. Questo impegno scientifico si articola in almeno tre direzioni: a) predisporre strumenti analitici e strumenti di metodo nuovi per descrivere il mutamento sociale nella vita quotidiana in funzione della situazione che oggi ci troviamo ad affrontare, per la quale gli strumenti di analisi consolidati non sembrano essere sufficienti e soddisfacenti; b) assumere il punto di vista della quotidianità al fine di chiarire il rapporto fra le dimensioni macro e quelle micro, cercando di fare emergere il ruolo dei differenti attori, siano essi collettivi o individuali, le loro relazioni e le loro interdipendenza con specifica attenzione anche alla dimensione emozionale del vissuto quotidiano; c) studiare gli effetti che le misure politiche volte a contenere la diffusione del Virus prima e a promuove la rinascita sociale dopo, hanno avuto e avranno sul tessuto sociale della vita quotidiana. La domanda cruciale alla quale si vuole provare a rispondere riguarda la trasformazione delle rappresentazioni sociali diffuse in ambiti cruciali per la vita quotidiana come la percezione di salute e di sicurezza sociale, la credibilità della scienza e delle sue istituzioni, il rapporto di solidarietà fra le generazioni e i rischi di possibili incrinature in esso, la percezione del futuro con i suoi timori e con le sue sfide, l’emergere di nuove linee di confine tra gruppi, territori, insider e outsider. Accanto a questo la sensazione di limitazione della libertà individuale ha innescato nuovi dibattiti sociali sui diritti inalienabili dell’individuo che hanno ovviamente intercettato questioni che erano già ampiamente al centro del dibattito pubblico. Da un lato sono emerse nuove fratture sociali fondate proprio sui differenti modi di tematizzare la reazione all’evento pandemico che vanno dal negazionismo radicale all’iper-correttismo scientista. Dall’altro da più parti si sottolinea il rischio che la crisi COVID-19 abbia contribuito a mettere tra parantesi per un certo periodo alcune questioni spinose che tuttavia oggi potrebbero riesplodere in tutta la loro complessità. Sarà obiettivo del direttivo analizzarne i nuovi contorni, evidenziando gli spazi sociali in cui queste dinamiche e questi processi di esplicitano. Si pensi alle questioni legate all’identità di genere, alle questioni migratorie e di sicurezza globale.
La crisi pandemica si è innestata su problemi e situazioni tremendamente complesse sullo scacchiere internazionale innescando potenziali crisi umanitarie che non mancheranno di avere conseguenze sulle percezioni sociali del senso di giustizia. La pandemia ha confermato alla stessa opinione pubblica, con toni eccezionalmente drammatici, la necessità di pensare alle conseguenze globali di eventi locali e al tempo stesso delle modalità localmente e temporalmente situate del vivere gli effetti di trasformazioni globali, delle loro quotidiane traduzioni e interpretazioni. Centrale nell’impegno del direttivo sarà quindi offrire una riflessione articolata sui modi e sulle forme che questa nuova consapevolezza del rischio globale indurrà nel modo di percepire il proprio vissuto quotidiano e sulla possibile riconfigurazione delle rappresentazioni sociali e dei valori che ispirano le scelte di azione nella quotidianità. Le nuove definizioni che stanno alla base di processi di riconoscimento e di alterità costituiranno, quindi, uno dei centri focali della riflessione della sezione in questo triennio.
L’elevata complessità delle società contemporanee richiede d’altro canto che i soggetti plurimi evocati non siano messi in relazione soltanto con i rispettivi tradizionali ‘antagonisti’ (bambini-giovani/adulti; donne/uomini; migranti/autoctoni) bensì siano posti in dialogo in modo più ampio con gli assetti strutturali (normativi, culturali, politici, economici) che, interagendo tra loro, intervengono nella formazione dei percorsi di vita. Detto altrimenti, si evidenzino le intersezioni e le interdipendenze tra le categorie di soggetti con cui siamo soliti organizzare cognitivamente il reale in tutte le possibili declinazioni. Diventa qui centrale cogliere gli intrecci tra i soggetti, mettendo a fuoco gli immaginari condivisi o conflittuali, le pratiche, le aspirazioni, i modi di sentire e le biografie che nel quotidiano si dispiegano e del quotidiano fanno materia d’azione, di incorporamento e di riproduzione/trasformazione delle identità e delle relazioni di potere nella sfera intima e in quella pubblica.
La gestione che proponiamo per il triennio intende dunque collocarsi appieno nella specifica tradizione della sezione Vita quotidiana e proseguire il percorso già intrapreso sotto il coordinamento del direttivo uscente, puntando programmaticamente sull’ulteriore implementazione di almeno due linee principali. La prima, quella di aprire la sezione a contributi tematici, metodologici e organizzativi sempre più ampi e variegati che ne accentuino il carattere di spazio di dibattito e di elaborazione scientifica per giovani e meno giovani, strutturati e non strutturati, sociologici accademici e non, in una logica di scambio e di confronto che consenta la messa a fuoco dei molti aspetti, non necessariamente convergenti, sottesi alla ricerca – teorica e empirica – sulla vita quotidiana e alla loro traduzione in termini di politiche e di azioni. Una linea, dunque, che si caratterizzi per l’apertura a contributi auspicabilmente sempre più numerosi e per l’inclusione di punti di vista differenziati e plurimi.
Nella convinzione della peculiarità che caratterizza la sezione di Vita quotidiana sin dalla sua istituzione, riteniamo che le opportunità di collaborazione e convergenza già sperimentate con altre sezioni di AIS su temi di comune interesse e pertinenza abbiano arricchito e rafforzato le sezioni coinvolte e abbiano contributo, nel loro piccolo, alla qualità del sapere sociologico e al potenziale dialogo con le altre scienze sociali. Intendiamo proseguire su questo sentiero potenziando le attività da programmare congiuntamente all’interno di AIS e allargando, qualora se ne presentino le condizioni, la collaborazione anche ad altre associazioni e società dell’area delle scienze sociali. Ci muove la convinzione che la chiusura disciplinare e l’iperspecializzazione del sapere siano tendenze da non assecondare acriticamente, che rischiano di parcellizzare eccessivamente la conoscenza, finendo per limitare e marginalizzare il contributo della sociologia alla conoscenza delle trasformazioni contemporanee e che, al contrario, i territori di confine siano particolarmente stimolanti e sfidanti e che la complessità dei fenomeni contemporanei richieda sempre più punti di vista plurimi e dialoganti.